Le Rickettsiosi

Le Rickettsiosi

Cosa sono le Rickettsiosi?

Probabilmente non avrai mai sentito il nome di questa malattia ma è molto più diffusa di quanto si possa pensare. In realtà, come puoi comprendere dal nome plurale, non si tratta di una singola malattia ma di una famiglia di malattie che si differenziano poco tra loro ma che hanno tutte in comune lo stesso agente patogeno, i batteri delle Rickettsiacee, diffusi in tutto il mondo.

I veicoli di questi batteri sono dei piccoli animaletti che si nutrono di sangue, gli ematofagi, come pidocchi, acari, pulci e zecche. In genere le Rickettsiosi non sono trasmesse all’uomo come destinatario finale primario ma dall’attacco secondario, casuale, da parte di ematofagi presenti sull’animale domestico, spesso o in modo casuale attraversando, ad esempio, un terreno incolto dove si trovano zecche che si possono attaccare al corpo della persona e generare in questo modo la malattia introducendo il batterio con il morso o la puntura.

Come detto, le malattie da Rickettsie possono caratterizzarsi in maniera diversa ma alcuni sintomi sono comuni tra tutte le forme:

  •  Febbre anche molto alta e resistente
  • vomito e cefalea
  • dolori muscolari
  • Tosse
  •  arrossamenti sulla pelle

Quest’ultimo sintomo, non sempre presente, talvolta si manifesta come aree emorragiche, piccoli lividi chiamati petecchie emorragiche. Oltre a quanto segnalato, si possono anche presentare squilibri cardiovascolari, polmonite e talvolta anche interessamento delle meningi e del cervello

Diagnosi e cura

Il medico, laddove sospetti che il caso che davanti sia un’infezione da Rickettsie, dovrà cercare i segni di morsi da ematofagi e talvolta troverà una zecca annidata chissà dove e di cui la persona non si era avveduta ma anche la presenza di pidocchi e si informerà rispetto ad eventuali viaggi recenti della persona ammalata in zone geografiche dove la presenza e il possibile attacco da parte di ematofagi sia nota ed endemica.

Si conoscono 15 diverse specie di batteri della famiglia delle Rickettsie tutte prevalentemente zoologiche che possono solo occasionalmente attaccare l’uomo ma una di queste specie, la Rickettsia Prowazekii, provoca il tifo endemico ed è trasmesso dai pidocchi, quindi in grado di attaccare primariamente l’essere umano senza passare da un animale ospite.

La maggior parte degli animali che ospitano tali batteri sono roditori, uccelli, piccoli mammiferi come cani e conigli. Come detto, la Rickettsia Prowazekii, diversamente dagli altri ha nell’uomo il suo ospite primario. Dei sintomi abbiamo già accennato precedentemente ma le malattie varie provocate da questi batteri si caratterizzano diversamente dalle altre per particolari caratteristiche.

Molte di queste malattie assumono nomi che riprendono in qualche modo l’area geografica in cui si diffondono maggiormente. Avremo, così, ad esempio, la Febbre Maculosa del Mediterraneo, diffusa soprattutto nell’Europa meridionale, Africa e Asia centromeridionale e occidentale. In Italia si riscontra con maggiore frequenza in Sicilia, Sardegna, Calabria, Lazio e Liguria. I sintomi sono quelli classici elencati sopra ma a questi si aggiunge anche gonfiore della milza. Il decorso è benigno ma in alcuni casi si riscontrano complicazioni a carico dei reni, dell’apparato circolatorio, talvolta anche interessamento delle meningi.

Giusto per ribadire l’aspetto geografico più specifico per alcune Rickettsie, ricordiamo la Febbre purpurica delle Montagne Rocciose, come intuisci endemica delle famose montagne negli Stati Uniti. Partita da quella specifica zona, ora è diffusa in tutti gli Stati Uniti e anche nell’America centrale e del Sud, trasmessa da una zecca.

La cura delle Rickettsiosi è rappresentata da terapie antibiotiche, preferenzialmente con l’uso di tetracicline e, come farmaco di seconda linea, con Cloramfenicolo. In qualsiasi situazione patologica, quando i sintomi sono severi e soprattutto con una febbre particolarmente resistente e alta, conviene sempre consultare il medico prima possibile, ad evitare complicazioni e procedere con la corretta terapia in maniera precoce. 

Redazione