Flebite è un termine che, come suggerisce il suffisso -ite, rappresenta un fatto infiammatorio interessante una vena (Flebos in greco). Si tratta di un termine generico che i medici intendono poi suddiviso in due categorie con caratteristiche diverse, quindi anche con un approccio terapeutico diverso, quindi non si tratta di una precisazione puramente accademica: la tromboflebite e la flebotrombosi. Per chi non ha conoscenze di medicina potrà sembrare più o meno la stessa cosa ma il medico sa che in un caso, nella flebotrombosi, prevale l’aspetto trombotico mentre nell’altro prevale l’aspetto infiammatorio. Parliamo di aspetto trombotico ma è bene chiarire cos’è quest’ultimo per dare un quadro chiaro al lettore. Il sangue fluisce normalmente senza ostacoli nel sistema circolatorio, arterie e vene, come in tubi liberi da ogni ostacolo ma il sangue in alcune situazioni tende a coagulare e a formare, quindi, accumuli solidi che bloccano in tutto o in parte la vena o l’arteria, questi coaguli di sangue o di altro materiale, come ad esempio agglomerati di grassi, colesterolo soprattutto, provocando anomalie nell’ossigenazione e nutrimento dei tessuti e ristagno di sangue che è ostacolato nel suo flusso normale: questi si chiamano trombi.
Non è sempre facile per un medico distinguere con una semplice visita la tromboflebite dalla flebotrombosi, occorrono esami specifici come il d-dimero che si ottiene con un semplice esame del sangue e soprattutto in ecodoppler venoso per capire il grado di compromissione circolatoria e determinarne precisamente la causa. Da ciò deriva la terapia da impostare. La Tromboflebite interessa più frequentemente le vene superficiali in quanto più piccole di calibro e maggiormente suscettibili agli effetti anche di piccoli trombi e assume spesso la denominazione di tromboflebite superficiale. L’infiammazione delle vene provoca comunque la formazione di trombi, anche per via del ristagno di sangue che si realizza per il cattivo funzionamento della vena, quindi una tromboflebite in cui è decisamente prevalente o unica la componente infiammatoria può cambiare, invece in flebotrombosi per la formazione successiva di un coagulo, un trombo che a a peggiorare il quadro. La Flebite non è una patologia grave ma può avere complicazioni se l’infiammazione si estende anche a vene profonde andando ad alterare anche in maniera severa la circolazione generale nella parte colpita
Cause e diagnosi della flebite
Per semplicità continueremo a chiamarla flebite anche se in maniera imprecisa, riferendoci alla tromboflebite, l’evento in assoluto più frequente, che trova spesso origine da altre patologie o eventi: una stazione eretta da fermi prolungata provoca un ristagno di sangue negli arti inferiori che porta spesso ad infiammazione delle vene ma anche la gravidanza può facilmente essere causa di flebite come pure punture di insetti che provocano un’importante infiammazione di tutta la parte circostante il punto di inoculazione del veleno. Ogni circostanza in cui vi sia un rallentamento della circolazione è potenziale causa di flebite, quindi un apparecchio gessato, ad esempio ma anche la costrizione al letto per un certo periodo. Non solo le gambe possono esserne colpite ma anche, più raramente le braccia che trovano la causa soprattutto in cateterismi venosi, flebo, inoculazione in vena di medicinali.
Abbuiamo detto che molte diverse malattie possono essere causa di flebite, come un tumore ma anche la chemioterapia, le trombocitosi, la policitemia, l’iperuricemia, deficit dei fattori di coagulazione e molto altro. La diagnosi più precisa, come abbiamo detto, si ottiene con un esame doppler e con la determinazione del d-dimero con l’esame del sangue ma il medico potrà fare la diagnosi anche grazie alla classica triade di sintomi: Rossore, Gonfiore, Dolore. In alcuni casi si avrà anche febbre moderata ma nei casi più gravi si può sovrapporre un’infezione batterica che richiede un deciso intervento medico.
La cura
Esistono diversi farmaci che agiscono in contrasto all’infiammazione venosa, molti a base di un estratto naturale, la centella asiatica o di altri principi attivi di origine sintetica e normalmente il medico prescriverà anche delle iniezioni ipodermiche che contrastano la formazione di trombi e facilitano lo scioglimento di quelli eventualmente esistenti. Si tratta di iniezioni anticoagulanti che vanno praticate per il periodo prescritto e non di più e dei cui effetti occorre tenere conto, in quanto contrastando la coagulazione del sangue potrebbero ostacolare il blocco della fuoriuscita di sangue da ferite.